martedì 19 aprile 2016

Sventiamo l'attentato alla democrazia

Pochi giorni fa, nella seconda ed ultima votazione, la Camera dei Deputati si è espressa favorevolmente sul ddl Renzi-Boschi, pertanto entrerà in vigore una riforma costituzionale che stravolgerà completamente la Costituzione del 1948, nata dalla Resistenza. Serie perplessità sorgono sia in merito al contenuto del ddl sia in merito al metodo con il quale è stato presentato, come sottolineano i maggiori costituzionalisti.
Per quanto riguarda le modifiche introdotte, la più significativa è quella che decreta la fine del bicameralismo perfetto: il Senato della Repubblica diventa “Senato delle autonomie” e cessa di avere gli stessi poteri della Camera dei Deputati, l’unica camera che continuerà ad esercitare pienamente la funzione legislativa. Il Senato, invece, sarà costituito da sindaci e consiglieri regionali, eletti solo indirettamente dal popolo e per un ruolo diverso da quello che andranno a ricoprire. Tutto questo incide profondamente sul principio della rappresentanza, sul quale la nostra Costituzione si fonda, e sugli equilibri del sistema istituzionale.
Si è detto che la riforma mira a ridurre i costi e a semplificare i procedimenti burocratici, nonché a garantire maggior rappresentanza alle Regioni. Ebbene i costi restano, i procedimenti legislativi non saranno semplificati e aumenteranno considerevolmente i conflitti tra Stato e Regioni sulle materie di rispettiva competenza.

Il vero obiettivo della riforma è spostare l’asse istituzionale a favore dell’esecutivo, concentrando nelle mani del governo i maggiori poteri, come dimostra l’introduzione nella Costituzione di un governo dominus delle agende parlamentari. Il quadro risulta aggravato dall’approvazione dell’Italicum, la legge elettorale fortemente voluta dal governo Renzi, che aggiunge all’azzeramento della rappresentatività del Senato l’indebolimento radicale della rappresentatività della Camera dei Deputati. Infatti, il premio di maggioranza concesso alla singola lista e il voto bloccato sui capilista consegnano la Camera nelle mani del leader del partito vincente nella competizione elettorale, secondo il modello dell’uomo solo al comando. Si tratta di una chiara e pericolosissima svolta autoritaria, che mina le fondamenta della nostra Carta fondamentale e che risulta inaccettabile perché attuata da un Parlamento eletto con una legge elettorale (il Porcellum) dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale.
Date l’estrema gravità della riforma e l’arroganza di un Governo che pensa di stravolgere in tal modo la Costituzione, tenendo conto del parere di Verdini più che di quello dei cittadini, è fondamentale la partecipazione al referendum che si terrà il prossimo autunno. É auspicabile una collaborazione di tutte le forze realmente democratiche, che miri prima di tutto ad informare i cittadini sul contenuto delle riforme, troppo spesso tralasciato dai media nazionali influenzati dal Governo.
È ora di opporsi a questo inaccettabile attacco ai principi democratici, duramente conquistati e oggi in serio pericolo. È ora di far sentire la propria voce: appuntamento al prossimo referendum!


Nessun commento:

Posta un commento