martedì 9 febbraio 2016

ITALICUM E NUOVO SENATO: UNA DEFORMAZIONE DA RISOLVERE

Il Referendum Costituzionale su cui si andrà al voto con tutta probabilità nell’autunno 2016 è certamente uno dei massimi appuntamenti politici degli ultimi anni: non si tratta infatti di semplici “beghe da quartierino” cui la cittadinanza biscegliese è ahimè abituata ad assistere, ma di un’occasione per rivendicare e tutelare alcuni principi cardine della nostra Costituzione, utilizzata come parafulmine da partiti di stampo quasi autoritario a dispetto del nome che portano.
Una Costituzione partorita da politici brillanti come Togliatti o De Gasperi, volutamente di storia e provenienza differente in maniera tale da rappresentare la totalità del popolo italiano, rischia di essere stravolta da Renzi, la Boschi o Verdini.
La prima anomalia della riforma oggetto del referendum risiede proprio nel modo con cui è stata partorita.
Una riforma di tale importanza, infatti, sarebbe dovuta provenire dall’iniziativa parlamentare, e non dalla volontà del Presidente del Consiglio Renzi e del Ministro per le Riforme Boschi; il che ha determinato gravissime interferenze da parte dei due sulla libertà di coscienza dei parlamentari in sede di assemblea.
Non va dimenticato, inoltre, la singolarità che la legge costituzionale oggetto di referendum sia stata proprio approvata nel corso di una legislatura che, alla luce della sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014 – dichiarativa dell’incostituzionalità di talune norme del c.d. Porcellumè di fatto stata dichiarata illegittima.
Entrando nel merito della legge inoltre, non possiamo che essere contrari a principi quali “la fine del bicameralismo perfetto”, “la riduzione delle funzioni del Senato e la sua stessa composizione”, che comporteranno uno stravolgimento del modo con cui emanare le leggi, un eccessivo potere nelle mani del Governo ed una definitiva usurpazione dei diritti di rappresentanza dei cittadini, ai quali sarà vietato scegliere i senatori e resa più difficoltosa la possibilità di promuovere referendum e leggi di iniziativa popolare.
La Costituzione Repubblicana va quindi tutelata con forza e, così come noi comunisti in passato abbiamo fatto rispetto agli attacchi che provenivano da partiti di centrodestra, allo stesso modo ci vediamo ora costretti a fare rispetto all’offensiva di Renzi e del Governo PD.
Renzi ha dichiarato che se dovesse perdere il Referendum si ritirerebbe dalla politica: quale occasione migliore per mandarlo a casa?

L’auspicio del PCdI di Bisceglie, dunque, è che tutta la sinistra cittadina e le associazioni civiche locali possano unirsi dando vita ad un comitato per il No alla riforma Boschi ampio, aperto e partecipato, che scongiuri gli attacchi al diritto di voto ed alla democrazia.


Articolo estratto da La Scintilla di Febbraio. Per scaricare il giornale completo clicca qui.

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