Ancora
un’occasione persa per la possibilità di iniziare un percorso unitario e onesto
a sinistra… Questo è l’esito in sintesi del mancato dialogo tra i partiti (di sinistra?) che hanno dato vita alla lista
Tsipras
e che ha visto la totale esclusione del PdCI
e delle sue 4 candidature proposte per le prossime elezioni europee. Presunta
sinistra quella rimasta ad appoggiare il candidato greco in Italia, perché il
gravissimo atto di discriminazione politica del quale siamo stati vittima ad
opera dei vertici delle altre formazioni politiche (SEL e Rifondazione su
tutti) non appartiene ad una cultura che possa definirsi inclusiva e di
sinistra. Andando oltre il discorso relativo alle candidature, con la dovuta
precisazione che queste sono state presentate con l’intento di garantire
rappresentanza alle fasce più deboli della società che da sempre difendiamo,
appare evidente come l’attacco sia rivolto all’eliminazione del nostro
orientamento politico e programmatico, volto a contrastare con determinazione
le politiche liberiste e militariste dell’Unione Europea, ma a quanto pare
ritenuto superfluo e pericoloso da una parte di alcuni promotori e sostenitori
della lista stessa.
L’esclusione
risulta ancor più grave poichè,
oltre a violare gli accordi precedentemente assunti, ad oggi non è stata ancora
ufficialmente motivata.
Ma
vi sono altri aspetti della Lista Tsipras
che non convincono: il nome stesso della lista e il relativo simbolo si
uniformano alla pessima moda della personalizzazione della politica contro cui
il PdCI
si batte, sostenendo invece l’importanza degli ideali e dei programmi rispetto
agli individui. Inoltre, persino il comitato dei garanti italiani della lista Tsipras
(autoproclamatosi senza alcuna consultazione con i militanti di ciascun
partito) suscita perplessità: intellettuali autoreferenziali espressione di
quella sinistra italiana che parla
bene ma che è lontana dalle problematiche quotidiane della gente;
affermati giornalisti del quotidiano “La Repubblica”come
la Spinelli e Prosperi, dei quali non si vuole mettere in discussione l’onestà
e le competenze professionali, ma che già spingono verso alleanze con il PD al
punto da fare dichiarazioni pubbliche in quella direzione. Non è un caso poi
che il garante di maggior spessore culturale, l’illustrissimo scrittore Andrea
Camilleri, si sia tirato quasi subito fuori da tale caos, per non essere
complice di un’armata brancaleone,
imposta dai piani alti e costruita solo per offrire poltrone e notorietà a
qualcuno.
Per
quanto riguarda invece la composizione della lista sul territorio, risultano
incomprensibili i criteri adottati: inizialmente pare che i garanti abbiano
puntato sul coinvolgimento della società civile, escludendo del tutto esponenti
dei partiti, salvo poi ritrovare dirigenti di SEL nelle candidature ufficiali.
Alla luce della situazione descritta finora, il Partito dei Comunisti Italiani
ha sospeso ogni iniziativa di supporto e NON SOSTERRA’ la
lista Tsipras,
il cui percorso ha offeso la dignità del nostro partito e dei nostri elettori.
Da
comunisti osserveremo con particolare attenzione i risultati del 26 maggio,
consapevoli della necessità di un drastico cambiamento delle politiche
dell’Unione Europea, della necessità di costruire un’Europa politica e non solo
economica, nella quale ogni Paese membro abbia pari opportunità rispetto agli
altri e non sia costretto dai Paesi più “forti” ad una situazione di
subalternità, come accade oggi per l’Italia. Una prospettiva comunitaria che
superi il rigore e l’austerità, promuovendo invece crescita e sviluppo per
tutte le popolazioni europee indistintamente.
Non
è attraverso un cartello elettorale discriminante e settario, dietro il quale
si annidano interessi personali, che è possibile contrastare i populismi e i
focolai di estrema destra divampati dalla Francia all’Ucraina, passando per
l’Ungheria, e che minacciano la democrazia dell’Europa intera.
Sottolineando
la nostra continua disponibilità al dialogo con le altre forze comuniste e di sinistra oltre le prossime elezioni
europee, invitiamo gli elettori a riflettere su chi siano realmente gli autori
italiani del continuo sabotaggio del processo di unità della sinistra ed a
mostrare un segnale di protesta contro le scellerate politiche di austerity
dell’Europa, le quali producono solo l’inasprimento delle disuguaglianze
economico-sociali e la povertà di massa.
ARTICOLO ESTRATTO DA "LA SCINTILLA" DI APRILE, PER CONSULTARE L'INTERO GIORNALE CLICCA QUI
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