Continuano le proteste nel mondo studentesco con la FGCI
impegnata in prima linea accanto alle organizzazioni degli studenti per
sostenere le manifestazioni contro l’ennesima riforma truffa della scuola.
La “buona scuola”, infatti, ultima trovata del governo in
ambito di ristrutturazione del sistema scolastico italiano (ancora in fase di
definizione e discussione) mira a demolire ciò che resta della pubblica
istruzione, trasformando gli istituti italiani in delle vere e proprie aziende:
i dirigenti scolastici, ai quali la riforma in cantiere affiderà ulteriori
poteri gestionali, saranno a tutti gli effetti dei manager, mentre gli studenti
saranno trattati come semplici consumatori ai quali vendere un prodotto sempre
più scadente.
Ma la riforma in questione non convince nemmeno gli
insegnanti. La continua e obbligatoria formazione imposta al corpo docente
penalizza ulteriormente una categoria lavorativa già vittima di un lungo
precariato. In tal proposito, persino l'ostentato assorbimento dei precari del
mondo della scuola non rappresenta un frutto maturato dalle scelte del governo
ma è stato in realtà un obbligo derivante da direttive europee. Per quanto
riguarda gli studenti invece, l’eccessivo scollamento del sistema scolastico
dal mondo del lavoro, unito alla grave crisi occupazionale giovanile, condanna
intere generazioni ad anni di sfruttamento formativo privato e incertezza
lavorativa.
In questo desolante quadro della scuola pubblica,
conseguenza di decenni di politiche scellerate, il Ministro dell'Istruzione
continua a destinare fondi agli istituti privati, anziché preoccuparsi
quantomeno di garantire la sicurezza delle strutture scolastiche, molte delle
quali in condizioni ai limiti dell'agibilità, e di ripensare i programmi di
istruzione a tutti i livelli per fornire un'offerta formativa congrua alle
esigenze delle nuove generazioni.
Quando pensavamo non si potesse fare peggio, sono arrivate
le recenti dichiarazioni del Ministro del Lavoro Poletti che ritiene eccessivi
i 3 mesi di vacanza concessi agli studenti nel periodo estivo, arrivando a
sostenere la necessità di far lavorare gli studenti durante la bella stagione
attraverso tirocini formativi (di cui peraltro non sono state ancora espresse
le condizioni normative-retributive di lavoro).
Tutto questo senza considerare che alcuni studenti già
svolgono qualche lavoretto estivo, purtroppo in molti casi in “nero” e in
condizioni economiche da sfruttamento ottocentesco.
La FGCI pertanto ritiene assolutamente prioritario
affrontare le reali questioni relative alla pubblica istruzione invitando il
governo a confrontarsi direttamente con gli studenti e ad ascoltare le loro
richieste e proposte, invece di continuare a reprimere le manifestazioni e
ignorare il malcontento congiunto di ragazzi e docenti.
Non è attraverso i 3 mesi estivi che è possibile
riallacciare la necessaria continuità tra formazione e lavoro, ma solo mettendo
a punto una seria riforma dei programmi che valorizzi la preparazione professionale
di tutti gli studenti nei diversi istituti, siano essi licei, istituti tecnici
o professionali.
Le “riforme” dell’istruzione propinate dagli ultimi governi
sembrano preferire lo sfruttamento alla formazione, continuando a ledere prima
il diritto all’istruzione e di conseguenza il diritto al lavoro delle nuove
generazioni, privilegiando gli slogan e il lavoro gratuito tramite lo strumento
dell’apprendistato o con la continua formazione privata.
La FGCI, in quanto organizzazione giovanile a tutela dei diritti
costituzionali fondamentali, è e resterà in prima linea accanto alle gravi
problematiche denunciate dagli studenti, valutando molto negativamente l’opera di smantellamento della pubblica
istruzione messa in atto negli ultimi anni. Il disegno della “buona scuola”,
alla stregua degli altri progetti posti in essere da questo governo, risulta
inadeguato e distante rispetto alle reali necessità dell’intero paese.
#bastachiacchiere
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