giovedì 26 marzo 2015

DA “LA BUONA SCUOLA” A “UNA SCUOLA ALLA BUONA”


Continuano le proteste nel mondo studentesco con la FGCI impegnata in prima linea accanto alle organizzazioni degli studenti per sostenere le manifestazioni contro l’ennesima riforma truffa della scuola.
La “buona scuola”, infatti, ultima trovata del governo in ambito di ristrutturazione del sistema scolastico italiano (ancora in fase di definizione e discussione) mira a demolire ciò che resta della pubblica istruzione, trasformando gli istituti italiani in delle vere e proprie aziende: i dirigenti scolastici, ai quali la riforma in cantiere affiderà ulteriori poteri gestionali, saranno a tutti gli effetti dei manager, mentre gli studenti saranno trattati come semplici consumatori ai quali vendere un prodotto sempre più scadente.
Ma la riforma in questione non convince nemmeno gli insegnanti. La continua e obbligatoria formazione imposta al corpo docente penalizza ulteriormente una categoria lavorativa già vittima di un lungo precariato. In tal proposito, persino l'ostentato assorbimento dei precari del mondo della scuola non rappresenta un frutto maturato dalle scelte del governo ma è stato in realtà un obbligo derivante da direttive europee. Per quanto riguarda gli studenti invece, l’eccessivo scollamento del sistema scolastico dal mondo del lavoro, unito alla grave crisi occupazionale giovanile, condanna intere generazioni ad anni di sfruttamento formativo privato e incertezza lavorativa.
In questo desolante quadro della scuola pubblica, conseguenza di decenni di politiche scellerate, il Ministro dell'Istruzione continua a destinare fondi agli istituti privati, anziché preoccuparsi quantomeno di garantire la sicurezza delle strutture scolastiche, molte delle quali in condizioni ai limiti dell'agibilità, e di ripensare i programmi di istruzione a tutti i livelli per fornire un'offerta formativa congrua alle esigenze delle nuove generazioni.
Quando pensavamo non si potesse fare peggio, sono arrivate le recenti dichiarazioni del Ministro del Lavoro Poletti che ritiene eccessivi i 3 mesi di vacanza concessi agli studenti nel periodo estivo, arrivando a sostenere la necessità di far lavorare gli studenti durante la bella stagione attraverso tirocini formativi (di cui peraltro non sono state ancora espresse le condizioni normative-retributive di lavoro).
Tutto questo senza considerare che alcuni studenti già svolgono qualche lavoretto estivo, purtroppo in molti casi in “nero” e in condizioni economiche da sfruttamento ottocentesco.
La FGCI pertanto ritiene assolutamente prioritario affrontare le reali questioni relative alla pubblica istruzione invitando il governo a confrontarsi direttamente con gli studenti e ad ascoltare le loro richieste e proposte, invece di continuare a reprimere le manifestazioni e ignorare il malcontento congiunto di ragazzi e docenti.
Non è attraverso i 3 mesi estivi che è possibile riallacciare la necessaria continuità tra formazione e lavoro, ma solo mettendo a punto una seria riforma dei programmi che valorizzi la preparazione professionale di tutti gli studenti nei diversi istituti, siano essi licei, istituti tecnici o professionali.
Le “riforme” dell’istruzione propinate dagli ultimi governi sembrano preferire lo sfruttamento alla formazione, continuando a ledere prima il diritto all’istruzione e di conseguenza il diritto al lavoro delle nuove generazioni, privilegiando gli slogan e il lavoro gratuito tramite lo strumento dell’apprendistato o con la continua formazione privata.
La FGCI, in quanto organizzazione giovanile a tutela dei diritti costituzionali fondamentali, è e resterà in prima linea accanto alle gravi problematiche denunciate dagli studenti, valutando molto negativamente  l’opera di smantellamento della pubblica istruzione messa in atto negli ultimi anni. Il disegno della “buona scuola”, alla stregua degli altri progetti posti in essere da questo governo, risulta inadeguato e distante rispetto alle reali necessità dell’intero paese. #bastachiacchiere


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