mercoledì 19 febbraio 2014

A tu per tu con CAROLINA DA SIENA

1)  I tuoi amici più stretti ricordano ancora un tuo concerto con "le ombre anomale", cosa è cambiato da allora nella tua vita e nella tua carriera?

Oddio, le Ombre Anomale! Ma allora qualcuno le ricorda ancora! Alcune volte mi sembra siano passati secoli da allora, altre volte ho come l'impressione di aver fatto quei concerti ieri... sono i ricor
di indelebili a fregarmi così. Infatti poi faccio due calcoli, mi rendo conto che effettivamente qualche annetto è passato e mi sento vecchia. Scherzi a parte, se c'è una cosa che ho realizzato è che in un certo senso è un bene che gli anni passino e tu cresca. E se prima ero molto più ''Live fast Die young'' ora ho capito che la chiave per porre delle basi solide ad un'eventuale carriera sta nel fondere agli impulsi la perseveranza e quel goccino di ponderazione in più che fa la differenza. Mi pongo così anche nei confronti della mia musica e trovo che ciò mi abbia migliorata molto, soprattutto a livello artistico. Intorno a me son cambiate tante cose in pochi anni, tante davvero, e anch'io dal canto mio avrò cambiato pettinatura e colore dei capelli almeno un centinaio di volte.



2) Hai un particolare progetto ideale e concettuale cui arrivare come massima aspirazione?

Beh... In realtà a me piacerebbe continuare sul filone del ''ci si arriva per meriti: se il progetto vale si va avanti, altrimenti pace'' al quale si aggiunge il filone del ''facciamolo a modo mio, perché difficilmente cambierei ciò che sono e soprattutto ciò che dico per soldi o esigenze di mercato''. Bene, questo complica decisamente le cose ma il guaio è che le scorciatoie non mi hanno mai convinta, forse perché le associo a quelle stradine strette e poco illuminate e a quel tanfo di urina perenne.


 3) Comprocede la lavorazione del tuo album e, qualora vi siano, a chi ti stai ispirando per la sua realizzazione? 

Dopo  un   lungo   periodo   fatto   di   concerti   e
concorsi
un po' ovunque, ho da poco cominciato a lavorare al mio album d'esordio, finalmente. Procede bene
e ne sono contenta ma non è ancora stata fissata la data di uscita e, lo ammetto, non so ancora come lo chiamerò. Mi risparmio perciò le anticipazioni... anche perché io generalmente preferisco le sorprese!


4) E’ semplice o difficile fare musica qui?

E' una domanda che mi è stata chiesta spesso e alla quale non so mai bene cosa rispondere. Non è facile, soprattutto se decidi di proporre qualcosa di tuo ed è anche piuttosto triste che ora come ora i gestori dei locali preferiscano le band che suonano cover a quelle che suonano inediti, fondamentalmente per soldi. Triste perché ci si rende conto che alla base c'è ormai la mancanza di interesse, di curiosità rispetto a ciò che è nuovo, e che spesso e volentieri la musica è concepita come qualcosa fine a sé stessa o al solo intrattenimento. Ancora più triste è quando ci si rende conto che questo discorso può essere esteso alle arti in generale. Però, in fin dei conti, sapere per certo che ci sarà sempre e per sempre gente che suonerà, dipingerà, scatterà fotografie, danzerà, reciterà, si spaccherà la schiena per far sentire le proprie idee, mi fa sorridere perché dell'arte non ci libereremo mai. Nel bene o nel male si andrà avanti fino alla fine del mondo


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